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lunedì 1 luglio 2019

Ho imparato a collaborare con gli altri

Ho imparato a collaborare con gli altri


Liu Heng Provincia di Jiangxi
Attraverso la grazia e l’esaltazione di Dio, mi assunsi la responsabilità di diventare una leader di Chiesa. In quel periodo ero molto entusiasta e presi una decisione davanti a Dio: a prescindere da ciò che mi sarei trovata davanti, non avrei abbandonato le mie responsabilità. Avrei collaborato al meglio con l’altra sorella e sarei stata una persona che ricerca la verità. Ma la mia era soltanto una decisione, e non sapevo come entrare nella realtà di un rapporto di collaborazione armonioso. Quando iniziai a frequentare la sorella con cui collaboravo e ci trovammo ad avere opinioni diverse o discussioni, pregai Dio chiedendoGli di proteggere il mio cuore e la mia anima in modo da evitare di biasimarla. Però stavo attenta solo a controllare le mie azioni per evitare di scontrarmi con la mia compagna, quindi non ero ancora giunta alla verità. Così, con il passare del tempo, mi capitava di avere sempre più divergenze di opinioni con la sorella. In un’occasione volevo promuovere un’altra sorella all’attività di irrigazione, e la persona con cui collaboravo disse che tale sorella non era abbastanza brava. Quando cambiai candidata, lei mi disse che nemmeno quella era brava. Subito mi innervosii, rispondendole rabbiosamente: “Non è bravo nessuno, soltanto tu!” Di conseguenza, non affrontai più la questione. Quando lei mi chiese notizie, risposi infuriata: “Scegli chi ti pare, non m’interessa!” Dopodiché, a prescindere da ciò che lei diceva, se ci trovavamo in disaccordo io non dicevo niente. Mi tenevo tutto dentro, pensando che in quel modo avrei potuto evitare il conflitto. A volte reprimermi diventava insopportabile, perciò mi nascondevo da qualche parte e piangevo, sentendo di aver subito un torto. Alla fine divenni indifferente in relazione al procedere del lavoro, pensando: “Non sei tu quella capace? Allora fallo da sola! Ti lascerò seguire i desideri del tuo cuore e starò a guardarti mentre ti rendi ridicola!” Avevo la malevola tendenza a voler stare lì a ridere di lei. Una volta, tempo dopo, permisi a una sorella di affittare un appartamento per le attività del distretto. Dopo averlo visto, ritenevo che sarebbe andato bene. Portai anche una sorella del distretto a vederlo e versai la cauzione. Avevo definito e organizzato tutto da sola e ne ero piuttosto soddisfatta. Pensavo che la sorella con cui collaboravo mi avrebbe elogiato e rassicurato. Inaspettatamente, la mia associata lo rifiutò e mi sentii come se qualcuno mi avesse rovesciato addosso una pentola di acqua fredda, mentre lei diceva: “Non va assolutamente bene! Non è al piano giusto!” Tutto ciò mi irritava davvero e pensai: “Non hai nemmeno guardato l’appartamento e lo hai rifiutato senza mezzi termini. Un comportamento davvero arrogante!” Di conseguenza, ognuna di noi iniziò a tenere per sé le proprie opinioni e nessuna delle due era disposta a sottoporle all’altra. In seguito, non ascoltavo più nemmeno i messaggi della parola di Dio. Più ci pensavo, più sentivo che lei aveva torto. Era lei che si approfittava della sua anzianità per rendermi le cose difficili di proposito. Ripensavo anche a tutte le volte che l’avevo tollerata, e nonostante ciò mi trattava ancora in quel modo… Più ci pensavo, più sentivo di essere stata trattata ingiustamente, finché non mi ritrovai nell’oscurità completa, lontana dall’opera dello Spirito Santo. Da quel momento in poi, non ebbi più voglia di lavorare con lei. Pensavo: “Siccome è un problema difficile da affrontare, lo rifuggirò”. In quel momento mi rendevo anche conto che una situazione di quel genere era piuttosto pericolosa. Pensavo che sarebbe stato meglio chiedere di cambiare incarico il prima possibile per evitare di fare qualcosa di brutto, e lasciare che la sorella collaborasse con qualcun altro. Di conseguenza, usando come scusa la mia scarsa levatura e la mia incompetenza, scrissi una lettera di dimissioni che consegnai al gruppo degli affari. Poco tempo dopo, quando vidi una sorella del distretto, le parlai delle mie dimissioni. Lei allora condivise con me le sue riflessioni sul principio di ammettere il proprio errore e dare le dimissioni, oltre che sulla grande considerazione in cui Dio tiene la salvezza delle persone, ma avevo lasciato indurire il mio cuore e non riuscivo più ad ammorbidirlo.

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