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sabato 6 aprile 2019

Se non fossi stato salvato da Dio

Se non fossi stato salvato da Dio

Lingwu, Giappone

Sono un figlio degli anni Ottanta, nato in una normale famiglia contadina. Mio fratello maggiore era sempre malaticcio fin da piccolo. Mio padre rimase ferito in un incidente quando io avevo 10 anni; due anni dopo rimase paralizzato. La situazione finanziaria della nostra famiglia era misera già in partenza e, per curare mio padre, ci indebitammo fortemente. Amici e parenti temevano che non saremmo mai riusciti a ripagare il debito e non erano disposti a prestarci denaro. Indifeso, fui costretto ad abbandonare la scuola a 16 anni per lavorare fuori casa. Nel silenzio della notte fonda, pensavo spesso: da piccoli, i ragazzi della mia età giocavano liberamente dopo la scuola, mentre io dovevo stare nei campi a svolgere lavori agricoli; adesso sono cresciuti come me e ancora vanno a scuola, facendo i figli viziati con i loro genitori, mentre io devo cominciare a lavorare a un’età precoce e soffrire ogni genere di patimenti per sostentare la mia famiglia. (…) All’epoca, mi lamentavo con i miei genitori domandando perché mi avessero fatto nascere e perché io fossi venuto al mondo solo per soffrire e sgobbare. Ma non potevo farci niente, potevo solo accettare quella realtà. All’epoca, il mio desiderio più grande era lavorare sodo, guadagnare dei soldi, consentire ai miei genitori di vivere comodamente e non essere più guardato dall’alto in basso.

giovedì 5 luglio 2018

Ho trovato la vera luce

Immagine della Chiesa di Dio Onnipotente

Ho trovato la vera luce

Qiuhe, Giappone
Sono nato in una famiglia cattolica. Fin da piccolo ero andato a messa in chiesa con i nonni. A causa dell’influenza dell’ambiente e della mia fede in Dio, imparai a recitare molte scritture diverse e a praticare numerosi riti.
Nel 2009 arrivai in Giappone per studiare. Una volta, in una stanza dell’alloggio per studenti di un compagno, incontrai per caso il capo di un piccolo gruppo di cristiani che era venuto per diffondere il Vangelo. Pensai: “I protestanti e i cattolici credono nello stesso Dio. Entrambi credono nel Signore Gesù”. Di conseguenza, accettai l’invito del capo del piccolo gruppo per unirmi a loro in chiesa. Dopo aver ascoltato i pastori predicare e alcuni fratelli e sorelle parlare della Bibbia, acquisii qualche comprensione della vita del Signore Gesù. Questo mi portò ad avere più fede nel Signore. Tuttavia, dopo pochi mesi, i pastori e i predicatori ci chiesero di donare la decima ogni settimana. Inoltre, ogni settimana dovevamo distribuire dei volantini per diffondere il Vangelo. A volte, eravamo talmente stanchi che ci addormentavamo durante il culto della domenica. Non avevamo più una routine normale nella vita. In quel periodo, alcuni di noi lavoravano e studiavano allo stesso tempo. Oltre a dover fare soldi per pagare gli studi, servivano anche soldi per le spese quotidiane. La nostra vita era già abbastanza difficile di per sé, ma loro ci chiedevano comunque di dargli i nostri soldi e la nostra energia. Eravamo sotto un notevole stress e sofferenza. Gradualmente, scoprii che i pastori e i predicatori non erano realmente persone che servivano il Signore. Normalmente, poiché erano loro a guidare la Chiesa, avrebbero dovuto aiutarci a crescere nella nostra vita spirituale, tuttavia a loro non importava della nostra vita. Non pensavano affatto ai nostri problemi pratici. Invece, volevano la nostra energia e il nostro denaro. Non facevano altro che cercare di espandere la loro chiesa e consolidare la loro posizione e la loro influenza. A quei tempi ci sembrava di essere stati ingannati. Di conseguenza, io e alcuni miei fratelli lasciammo la chiesa.

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