Meng Yong Provincia di Shanxi
Sono una persona onesta di natura, ed è per questo motivo che sono stato sempre infastidito dalle altre persone. Di conseguenza, ho assaggiato la freddezza del mondo degli uomini e ho sentito che la mia vita era vuota e priva di significato. Dopo aver iniziato a credere in Dio Onnipotente, attraverso la lettura delle Sue parole e vivendo la vita della Chiesa, provai delle sensazioni di sincerità e gioia nel mio cuore che non avevo mai provato prima. Vedendo i fratelli e le sorelle della Chiesa di Dio Onnipotente amarsi gli uni con gli altri come una famiglia, ho capito che soltanto Dio è giusto, e che esclusivamente nella Chiesa di Dio Onnipotente c’è la luce. Dopo aver sperimentato personalmente per svariati anni l’opera di Dio Onnipotente, sono arrivato ad apprezzare veramente che le parole di Dio Onnipotente possono di fatto cambiare e salvare le persone. Dio Onnipotente è amore, ed è salvezza. Affinché più persone possano godere dell’amore di Dio e ricevere la Sua salvezza, ho lottato insieme ai miei fratelli e alle mie sorelle per fare del nostro meglio per diffondere il Vangelo, ma non ci saremmo mai aspettati di essere catturati e perseguitati dal Partito Comunista.
Il 12 gennaio del 2011, insieme a diversi fratelli e sorelle, guidammo verso un luogo in cui avremmo diffuso il Vangelo, e finimmo per essere denunciati da persone malvagie. Non molto tempo dopo, il governo della contea ordinò a funzionari provenienti da vari dipartimenti di ordine pubblico, come ad esempio la buoncostume, le forze di sicurezza nazionali, l’antidroga, le forze di polizia armate e il dipartimento della polizia locale, di venire con oltre dieci veicoli della polizia per arrestarci. Quando insieme a un fratello ci stavamo preparando per andare via, vedemmo sette o otto poliziotti che picchiavano selvaggiamente un altro fratello con dei manganelli. A quel punto, quattro funzionari di polizia arrivarono velocemente e bloccarono la nostra macchina. Uno dei funzionari malvagi estrasse le chiavi dell’auto senza alcuna spiegazione, e ci ordinò di rimanere immobili in macchina. In quel momento vidi che quel fratello era stato picchiato talmente tanto che era seduto per terra, incapace di muoversi. Non potei fare a meno di sentirmi pieno di giusta indignazione e mi precipitai fuori dall’auto per mettere fine alla loro violenza, ma il poliziotto malvagio mi storse il braccio e mi spinse lontano. Tentai di ragionare con loro: “Di qualunque cosa si tratti, ne possiamo parlare. Come potete iniziare a picchiare semplicemente le persone?” Essi risposero urlando con cattiveria: “Sbrigati e ritorna in macchina, presto arriverà il tuo turno!” Più tardi ci portarono alla stazione di polizia, e la nostra auto venne confiscata d’ufficio.