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giovedì 28 marzo 2019

modi per instaurare una relazione intima con Dio

di Xiaomo
La Bibbia dice: “Appressatevi a Dio, ed Egli si appresserà a voi” (Giacomo 4:8). In quanto cristiani, soltanto avvicinandoci a Dio e avendo con Dio una reale interazione possiamo mantenere un rapporto normale con Lui e ottenere l’opera dello Spirito Santo. È proprio come nel caso di due persone che si frequentano, che possono mantenere a lungo il loro stretto rapporto solo aprendosi di più l’una all’altra, comunicando di più di fronte alle difficoltà e comprendendosi e rispettandosi a vicenda. In quest’epoca di vita frenetica, tuttavia, lavori impegnativi, relazioni complicate e cattive tendenze sociali ci coinvolgono e ci tengono occupati sempre di più. Il nostro cuore è facilmente turbato dalle persone, dagli eventi e dalle cose del mondo esterno, e questi ci impediscono di mantenere un rapporto normale con Dio. Ciò porta a un crescente allontanamento da Lui e, quando incontriamo dei problemi, diventa molto difficile per noi placarci al Suo cospetto, avvicinarci a Lui e cercare l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo. Quando facciamo delle cose, spesso agiamo senza un orientamento o uno scopo corretto, e il nostro spirito è continuamente in uno stato di vacuità e agitazione. Esattamente, quindi, come possiamo mantenere uno stretto rapporto con Dio? Dobbiamo solo comprendere i seguenti quattro punti, e il nostro rapporto con Lui diventerà sicuramente più intimo.

mercoledì 29 agosto 2018

Qual è la differenza tra le parole di Dio trasmesse dai profeti nell’Età della Legge e quelle pronunciate da Dio incarnato?

Parole di Dio attinenti:
Nell’Età della Grazia, anche Gesù parlò molto e compì molte opere. In che modo era diverso da Isaia? In che modo era diverso da Daniele? Era un profeta? Perché viene detto che è Cristo? Quali sono le differenze tra loro? Erano tutti uomini che pronunciavano parole, e le loro parole sembravano agli altri più o meno uguali. Tutti parlavano e compivano opere. I profeti dell’Antico Testamento esprimevano profezie, e analogamente poteva farlo Gesù. Come mai? La distinzione qui si fonda sulla natura dell’opera. Per discernere tale questione, non puoi considerare la natura della carne e non devi considerare la profondità o superficialità delle parole. Devi sempre considerare prima di tutto l’opera e gli effetti che essa produce sull’uomo. Le profezie pronunciate da Isaia all’epoca non provvedevano alla vita dell’uomo, e i messaggi ricevuti da persone come Daniele erano soltanto profezie e non la via della vita. Se non fosse stato per la rivelazione diretta da parte di Jahvè, nessuno avrebbe potuto compiere quell’opera, poiché non è possibile per i mortali. Anche Gesù parlò molto, ma le Sue parole erano la via della vita da cui l’uomo poteva trovare un cammino per la pratica. Vale a dire, primo, che Egli poteva provvedere alla vita dell’uomo, poiché Gesù è vita; secondo, Egli poteva correggere le deviazioni dell’uomo; terzo, la Sua opera poteva seguire quella di Jahvè nel proseguimento dell’era; quarto, Egli poteva comprendere dall’interno le necessità dell’uomo e capire ciò che gli manca; quinto, Egli poteva inaugurare una nuova era e concludere quella precedente. Ecco perché viene chiamato Dio e Cristo; è diverso non solo da Isaia ma anche da tutti gli altri profeti. Si prenda Isaia per confronto riguardo all’opera dei profeti. Primo, egli non avrebbe potuto provvedere alla vita dell’uomo; secondo, non avrebbe potuto inaugurare una nuova era. Operava sotto la guida di Jahvè e non allo scopo di inaugurare una nuova era. Terzo, ciò di cui parlava andava al di là della sua stessa comprensione. Riceveva rivelazioni direttamente dallo Spirito di Dio, e altri non avrebbero capito, nemmeno dopo averle ascoltate. Queste poche cose da sole sono sufficienti a dimostrare come le sue parole non fossero altro che profezie, nient’altro che un aspetto dell’opera compiuta in luogo di Jahvè. Isaia non poteva però rappresentare completamente Jahvè. Era servo di Jahvè, strumento della Sua opera. Compì l’opera soltanto entro l’Età della Legge e nell’ambito dell’opera di Jahvè; non operò al di là dell’Età della Legge. Al contrario, l’opera di Gesù era diversa. Gesù superava l’ambito dell’opera di Jahvè; operava quale Dio incarnato e subì la crocifissione per redimere l’intera umanità. Vale a dire, compì una nuova opera al di fuori dell’opera compiuta da Jahvè. Si trattava di inaugurare una nuova era. Un ulteriore aspetto è che Gesù poteva parlare di cose che l’uomo non avrebbe potuto realizzare. La Sua opera rientrava nella gestione di Dio e coinvolgeva l’intera umanità. Non operò solo tra pochi uomini, né la Sua opera consisteva nel guidare un numero limitato di uomini. … Poiché l’opera compiuta dal Dio incarnato serve principalmente a inaugurare una nuova era, guidare una nuova opera e introdurre nuove circostanze, questi pochi aspetti da soli sono sufficienti a stabilire che Egli è Dio Stesso. Questo, allora, Lo differenzia da Isaia, da Daniele e dagli altri grandi profeti.
da “La differenza tra il ministero del Dio incarnato e il dovere dell’uomo” in La Parola appare nella carne

martedì 14 agosto 2018

Spezzone del film "Il momento del cambiamento" - Come sono rapite le vergini sagge?


Spezzone del film "Il momento del cambiamento" - Come sono rapite le vergini sagge?


  Alcuni si attengono alla parola di Paolo a proposito dell'attesa del Signore per essere rapiti nel Regno dei Cieli: "in un momento, in un batter d'occhio, al suon dell'ultima tromba. Perché la tromba suonerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati" (1 Corinzi 15: 52). Credono che, sebbene pecchiamo ancora costantemente senza liberarci dalla schiavitù della natura peccaminosa, il Signore cambierà la nostra immagine all'istante e ci porterà nel Regno dei Cieli quando viene. Ci sono anche persone che si attengono alla parola di Dio: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne' cieli" (Matteo 7: 21). "…siate dunque santi, perché io son santo" (Levitico 11: 45). Secondo loro, le persone che peccano ancora costantemente sono lontane dal raggiungere la santità e assolutamente non qualificate per essere rapite nel Regno dei Cieli. Iniziò così una discussione magnifica… Dunque, quale tipo di persone è qualificato per essere rapito nel Regno dei Cieli? Ti invitiamo a guardare questo breve video.

sabato 11 agosto 2018

La tempesta scatenata a casa dal caso del 28 maggio a Zhaoyuan


Enhui, Cina

Sono una semplice donna di campagna. Spesso ero sfinita a causa del peso estenuante delle faccende domestiche. Per questo, il mio carattere diventò molto violento e io e mio marito passavamo le giornate a scannarci. La nostra vita non poteva andare avanti in quel modo. Tutte le volte che soffrivo, gridavo: “Dio dei cieli! Salvami!” Nel 2013, mi imbattei per caso nell’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Leggendo la parola di Dio e partecipando a riunioni con i fratelli e le sorelle, ebbi la certezza che Dio Onnipotente fosse il Dio che avevo implorato nella mia sofferenza e allora accettai volentieri l’opera di Dio Onnipotente negli ultimi giorni

mercoledì 25 ottobre 2017

Soltanto chi ha esperienza dell’opera di Dio crede veramente in Dio

Immagina della  Chiesa di Dio Onnipotente

Soltanto chi ha esperienza dell’opera di Dio crede veramente in Dio
Sebbene molte persone credano in Dio, poche capiscono cosa significhi avere fede in Lui e cosa debbano fare per seguire il Suo cuore. Questo perché, sebbene le persone conoscano la parola “Dio” e le espressioni “l’opera di Dio”, non conoscono Dio, tantomeno conoscono la Sua opera. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che tutti coloro che non conoscono Dio credano in modo confuso. Le persone non prendono seriamente la fede in Dio, perché credere in Dio è del tutto insolito, del tutto strano per loro. Di conseguenza, non sono all’altezza delle richieste di Dio. In altre parole, se la gente non conosce Dio e non conosce la Sua opera, non è adatta allo scopo di Dio, e tantomeno può realizzare il desiderio di Dio. “Fede in Dio” significa credere che Dio esiste; questo è il concetto più semplice della fede in Dio. Inoltre, credere che Dio esiste non è la stessa cosa di credere veramente in Lui; piuttosto, è un genere di fede semplice con forti implicazioni religiose. La vera fede in Dio fare esperienza delle parole e dell’opera di Dio nella convinzione che Dio ha la sovranità su tutte le cose. In tal modo sarai liberato dalla tua indole corrotta, realizzerai il desiderio di Dio e giungerai a conoscerLo. Solo mediante un percorso simile puoi affermare di credere in Dio. Tuttavia la gente vede spesso la fede in Dio come qualcosa di molto semplice e superficiale. La fede di queste persone è vuota e non avrà mai l’approvazione di Dio, perché percorrono la strada sbagliata. Oggi, c’è ancora chi crede in Dio in quanto mera norma e vuota dottrina. Questi individui sono ignari del fatto che la loro fede in Dio non ha sostanza e che non possono avere l’approvazione di Dio, e tuttavia pregano per ottenere la pace e la grazia necessaria da Dio. Dovremmo fermarci a chiederci: la fede in Dio può essere realmente la cosa più semplice del mondo? Credere in Dio non vuol dire altro che ricevere abbondante grazia da Lui? Le persone che credono in Dio, ma che non Lo conoscono e si oppongono a Lui, possono realizzare veramente il desiderio di Dio?

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